10 MAGGIO 1869: VIENE PORTATA A TERMINE L’IMPRESA FERROVIARIA DEL SECOLO UN’UNICA LINEA CONTINUA CHE COLLEGA LA COSTA ATLANTICA CON QUELLA PACIFICA DEGLI STATI UNITI

“Vedo la mia vita risplendere da ovest a est”; il verso poetico di Bob Dylan 154 anni fa diviene realtà per milioni di coloni nordamericani che improvvisamente vedono il mondo accorciarsi al modico prezzo di un biglietto: con qualche dollaro potevano andare da New York alla California e guardare l’oriente dall’altro lato del mondo.

Un evento tipico e topico del repertorio della mitologia americana; più o meno come oggi si può staccare un biglietto su un razzo di Elon Musk.
Nel 1765 il 29-enne geniale ingegnere scozzese James Watt aveva realizzato la prima macchina a vapore efficiente ed è quella la data in cui ufficialmente decolla la prima rivoluzione industriale ma certamente il giovane Watt non immaginava che quell’invenzione, concepita per svuotare le miniere inglesi dall’acqua, avrebbe cambiato per sempre le coordinate del mondo.

La rivoluzione industriale made in USA ha una direzione geografica precisa: dall’est atlantico in direzione dell’ovest pacifico e se cercate una fedele rappresentazione di quella inarrestabile migrazione potete rivolgervi a un sognatore visionario italiano: il celeberrimo “C’era una volta il west” di Sergio Leone.

I nordamericani in pochi decenni compiono una migrazione che in epoche remote poteva richiedere tempi secolari.
Nel 1862, quasi un secolo dopo l’invenzione di Watt (da noi correva il primo anno dopo l’unità d’Italia) il Congresso USA, sotto la presidenza di Abramo Lincoln – non senza contrasti – approva il Pacific Railroad Act. A quel tempo i collegamenti ferroviari si spingevano dalla costa atlantica al massimo sino agli stati centrali USA; il PRA prevede un prolungamento dalla centralissima Omaha (Nebraska) fino a Sacramento, importante città portuale oggi capitale della California, realizzando il sogno di una linea continua transcontinentale.
Sfortunatamente molti territori del tracciato erano ancora sconosciuti per i coloni occidentali e popolati soltanto dalle popolazioni “native-americans”; i cosiddetti “indiani” o “pellerossa” e questo non sarà un piccolo problema. Ma il progetto non si ferma davanti a nessuno.
Per realizzare la gigantesca infrastruttura vengono costituite due società: la Union Pacific, che doveva realizzare la linea che da Omaha procedeva in direzione ovest e la Central Pacific che da Sacramento doveva andare incontro alla gemella orientale. Dal momento che lo stato federale non possedeva i fondi necessari per finanziare la colossale impresa si conviene di retribuire le due società con lotti di terreno lungo la nuova linea ferroviaria. Per risparmiare sui costi viene reclutata forza-lavoro a basso costo fra gli immigrati: cinesi (coolies), irlandesi (paddies), italiani, polacchi e persino nativi indiani.

I due tronconi si incontrano il 10 maggio di 154 anni fa nella località “Promontory Point”, nello stato dello Hutah e l’evento battezzato come “le nozze dei binari”. Questo l’annuncio diffuso col telegrafo: “Done!” (fatto!).
Un lavoro colossale realizzato in 7 anni; se pensiamo che in Italia, per l’autostrada Salerno-Reggio Calabria sono occorsi 50 anni (1965-2015) si capiscono tante cose.

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