19 GIUGNO 1885: ARRIVA A NEW YORK LA STATUA DELLA LIBERTA’, PROBABILMENTE ISPIRATA A UN’OPERA DEL VITERBESE PIO FEDI

C’è un pezzetto di Viterbo a New York ma quel pezzetto è custodito proprio nel maggiore simbolo identitario degli Stati Uniti d’America: la celeberrima “Statua della Libertà”.
La statua della libertà, dopo essere partita dalla Francia, arriva via mare al porto di New York il 19 giugno di 138 anni fa; la data è però convenzionale perché la nave speciale ingaggiata per il trasporto dovrà percorrere diverse volte la traversata atlantica per completare il trasferimento di tutti i materiali occorrenti ad assemblare la colossale opera.
La “Statue of Liberty”, detta anche “liberty enlightening the world” (La libertà illumina il mondo) è un’opera complessa che integra almeno tre importanti ambiti di studio e di lavoro: l’ambito storico-civile, l’ambito ingegneristico e quello artistico-stilistico.
Sul piano storico-civile l’opera vuol essere un omaggio dei francesi – quelli che hanno inventato lo stato liberale – all’Unione degli stati americani, che proprio a quel modello istituzionale si erano ispirati.
L’attuazione di questo generoso proposito converge intorno all’idea di innalzare una grande opera monumentale, dal grande impatto visivo ed emotivo e questo pone subito un problema di non facile soluzione: il trasporto. Non esistendo all’epoca alcuna tecnologia in grado di trasportare un manufatto corrispondente alle intenzioni dei francesi l’unica opzione praticabile appare quella di un’opera modulare costituita da varie parti da trasportare separatamente e assemblare in loco.
È così che l’impegno dei francesi diviene una sfida e su questa enorme sfida si innesta la complessa strategia ingegneristica, impresa che viene affidata a Gustave Eiffel, il geniale ingegnere creatore dell’omonima torre.

Eiffel si mette al lavoro elaborando una struttura interna fatta di travi d’acciaio rivestite di rame in grado di coniugare leggerezza e resistenza, realizzate in modo da compensare i differenti coefficienti di dilatazione termica e gli effetti voltaici determinati dal contatto dei due metalli.
Eiffel disimpegna brillantemente il difficile compito segmentando l’intera opera in 1883 casse di materiale assemblabile da spedire via mare.

La realizzazione del basamento in granito viene assunta dagli americani che danno inizio ai lavori già dall’agosto 1884 sulla “Liberty Island”, proprio al centro della baia di Manhattan, di fronte al porto sul fiume Hudson.
La parte artistica-stilistica viene affidata al patriota e scultore francese Frédéric Auguste Bartholdi. Secondo varie fonti storiografiche Bartholdi si ispira a diverse opere esistenti, tra le quali spiccano il dipinto “La Libertà che guida il popolo” di Eugène Delacroix, esposto al Louvre e la statua “Libertà della Poesia”, realizzata dallo scultore italiano Pio Fedi, nato a Viterbo il 31 maggio 1816. L’opera è conservata nella Basilica di Santa Croce a Firenze.

Non v’è certezza assoluta su questa fonte d’ispirazione ma è sicuro che Bartholdi si trovasse a Firenze proprio nel periodo in cui la “Libertà della Poesia” veniva scolpita e collocata; inoltre dalla foto, ripresa da un importante articolo di Repubblica, emergono somiglianze impressionanti tra le due opere.
Il lavoro preparatorio di Eiffel risulterà così efficace che la complessa operazione di assemblaggio in terra d’America si conclude entro il 1885; l’inaugurazione ufficiale avviene il 28 ottobre 1886.
*** ***
Pio Fedi è ricordato dai viterbesi anche per essere l’autore dei magnifici leoni della fontana che domina la centrale Piazza delle Erbe. Il leone è parte iconica della simbologia viterbese e compare nello stemma della città. Secondo alcune fonti i leoni che presidiano la piazzetta-gioiello si rifanno alla mitologia del “leone di Nemea”, ucciso da Ercole, altro personaggio leggendario implicato nella fondazione di Viterbo.

L’aspetto sorprendente dei leoni di Pio Fedi è la straordinaria struttura del volto: un mix tra l’aspetto felino e il tratto umano.
Al celebre scultore è intitolato anche l’Istituto Comprensivo di Grotte S. Stefano.

Questa voce è stata pubblicata in Arte, Cultura e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *