Una vita meravigliosa racchiusa entro la medesima data del 2 novembre e nella medesima città; in mezzo 80 anni di comicità, cabaret, teatro, film, fiction, canzoni, libri etc. all’insegna del garbo, dell’ironia, della romanità-italianità e dell’intelligenza.
Figlio di Romano Proietti, originario di Amelia (TR) e della casalinga Giovanna Ceci, Gigi nasce a Roma in via sant’Eligio, a pochi metri da dove era nato Ettore Petrolini (1884-1936), il “Gigi Proietti” del primo ‘900. Quando gli chiedevano se il suo stile venisse proprio da Petrolini rispondeva con una citazione del grande fantasista, come Gigi poco incline alle etichette: “Quando a Petrolini gli si chiedeva se discendesse dalla Commedia dell’Arte lui rispondeva “Io discendo solo dalle scale di casa mia”.
Fra i tanti trasferimenti romani soggiorna anche nella popolare borgata “der Tufello” dove avviene la sua prima formazione artistica-culturale. Gigi è un bravo studente: prende il diploma liceale e si iscrive alla facoltà di giurisprudenza ma mentre studia si appassiona alla musica ed impara a suonare chitarra, pianoforte, fisarmonica e contrabasso e comincia ad esibirsi nelle feste e nei locali. Un’attività che diventa sempre più importante e impegnativa; è così che, a pochi esami dalla laurea, abbandona gli studi.
Si iscrive al “Centro Teatro Ateneo”, una struttura dell’università “La sapienza” dove hanno insegnato, fra gli altri, Arnoldo Foà, Giulietta Masina e Giovanni Sbragia. La sua giornata tipo era formata da lezioni teoriche la mattina, prove in palcoscenico il pomeriggio e esibizioni nei locali la notte; quello che guadagnava di notte gli serviva per pagarsi le lezioni del giorno. Negli anni ’60 frequenta anche un corso di mimica; il direttore del corso, l’attore, mimo e regista Giancarlo Cobelli (1929-2012) nota le sue grandi doti attoriali e, nel 1963, lo scrittura per un suo spettacolo, il “Can Can degli italiani”. Dal 1964 comincia a recitare parti secondarie nel “Gruppo Sperimentale 101”, uno dei tanti centri teatrali sperimentali fioriti a Roma negli anni ’60 dove figurava, oltre Cobelli, anche Andrea Camilleri. Il suo primo ruolo sarà “l’upupa” ne “Gli uccelli” di Aristofane. Dal 1968 comincia a recitare nei ruoli di protagonista nel Teatro Stabile de L’Aquila.
Dal 1964 inizia a recitare anche per il cinema in film di Ettore Scola e Tinto Brass; per Brass interpreta il suo primo ruolo da protagonista ne “L’urlo”, presentato a Cannes. In quegli anni comincia ad apparire anche in televisione. Le sue apparizioni in teatro, al cinema e in TV si fanno sempre più frequenti e sempre più caratterizzate da ruoli importanti.
Nel 1976 stringe un importante rapporto di collaborazione con lo scrittore, commediografo e sceneggiatore Roberto Lerici (1931-1992) e comincia a scrivere e dirigere propri spettacoli dove mette in luce le sue formidabili doti di improvvisatore, monologhista, cantante, imitatore e ballerino; tra questi il celeberrimo “A me gli occhi please” che replicherà più volte nel ’93, ’96 e nel 2000, allo stadio Olimpico di Roma.
Nel 1978 è incaricato della direzione artistica del Teatro Brancaccio di Roma dove istituisce la sua celebre scuola per giovani attori “Laboratorio di Esercitazioni Sceniche” dove si formeranno generazioni di talenti come Giorgio Tirabassi, Massimo Wertmuller, Rodolfo Laganà, Francesca Reggiani, Flavio Insinna, Enrico Brignano e molti altri.
Da allora è un flusso continuo di apparizioni e produzioni in tutti i settori dello spettacolo sino alla grande consacrazione di massa del 1996 grazie alla serie TV “Il maresciallo Rocca”, ambientato nella stazione dei carabinieri di Viterbo con al fianco una superba Stefania Sandrelli. L’enorme successo della serie, diretta da Giorgia Capitani, con ascolti da Festival di S. Remo, obbligherà gli autori a ben cinque nuove edizioni.
Da quel momento Gigi Proietti cessa di essere performer teatrale, cinematografico e televisivo per assumere quello di Principe dello spettacolo.
Quanto grande è la sua immagine pubblica tanto riservata è la sua vita privata: dal 1962 è legato all’ex guida turistica, la svedese Sagitta Alter con cui conviverà per tutta la vita; dalla loro unione nascono le figlie Susanna e Carlotta.
Gigi ci lascia il 2 novembre, nel giorno del suo 80° compleanno, nella clinica romana Villa Margherita, dove era ricoverato, per un arresto cardiaco seguito all’aggravarsi di una cardiopatia.
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